Il vero nome di Chiara Lubich è Silvia Lubich. Nasce a Trento il 22 gennaio 1920. È stata saggista e docente, fondatrice del Movimento dei Focolari, che ha come obiettivo l'unità tra i popoli e la fraternità universale. Di fede cattolica, Chiara Lubich è considerata una figura simbolica e rappresentativa del dialogo ecumenico tra religioni e culture. Grazie alla ispirazione evangelica che l'ha accompagnata e contraddistinta per tutta la sua vita è ricordata storicamente come una figura importante della spiritualità contemporanea, annoverata fra i maestri e mistici. Il suo carisma, la sua energia, la sua spiritualità, insieme al suo pensiero e alla sua opera sono testimonianze concrete che rimangono di lei.
Il suo impegno nel costruire ponti di pace e di unità tra le persone, le culture, le generazioni, e i ceti sociali sono stati per lei una costante di vita: a riconoscimento della sua opera l'Unesco nel 1996 ha conferito a Chiara Lubich il Premio per l'Educazione alla pace; il Consiglio d'Europa l'ha insignita nel 1998 del Premio Diritti Umani.
Seconda di quattro figli, la madre Luigia Marinconz è fervente cattolica mentre il padre Luigi Lubich è socialista e convinto antifascista. Battezzata come Silvia, assume il nome di Chiara quando entra nel Terz'Ordine Francescano, oggi chiamato Ordine francescano secolare. Il padre è tipografo al quotidiano dei socialisti trentini Il Popolo diretto da Cesare Battisti. Dopo la soppressione del giornale da parte del regime fascista, apre un'attività di esportazione di vini italiani in Germania. La grande depressione economica del 1929 lo costringe a chiudere. Rifiuta la tessera del Partito Nazionale Fascista ed è costretto a lavori saltuari. La famiglia per anni vive di stenti. Per contribuire al bilancio familiare, sin da giovanissima, Silvia dà lezioni private. Educata dalla madre alla fede cristiana, dal padre, dal fratello Gino e dalla vita di povertà, eredita una spiccata sensibilità sociale. Educata dalla madre alla fede cristiana, a 15 anni entra nelle file dell'Azione Cattolica all'interno della quale diviene presto dirigente giovanile diocesana.
Frequenta le scuole magistrali e si appassiona alla filosofia. Appena diplomata, sogna di accedere all'Università Cattolica di Milano. Per un punto non vince il concorso per una borsa di studio. Appena diplomata si dedica all'insegnamento in scuole elementari delle valli del Trentino (1938-39) e poi a Cognola (Trento) nella scuola dell'orfanotrofio gestito dai Frati Minori Cappuccini (1940-1943). Nell'autunno 1943 lascia l'insegnamento e si iscrive Università Ca' Foscari di Venezia, continuando a dare lezioni private. Interrompe però gli studi a causa della guerra.
Nell'autunno del 1942 su invito del frate minore cappuccino Casimiro Bonetti Silvia entra nel Terz'Ordine francescano con l'obiettivo di rianimarlo e ringiovanirlo. Attirata dalla scelta radicale di Dio di Santa Chiara d'Assisi, prende il suo nome. Vive così un periodo di nuova esperienza spirituale. Il 2 settembre 1943 un primo bombardamento delle forze anglo-americane coglie di sorpresa Trento sino ad allora risparmiata dalla guerra. Nei giorni seguenti il territorio viene occupato dalle forze naziste. Nel frattempo il fratello Gino Lubich entra tra le file partigiane comuniste che combattono il regime nazifascista. Nell'estate del 1944 viene arrestato e torturato.
Alla fine di novembre del 1943 la vocazione di Chiara Lubich è scossa da una decisa chiamata interiore che la porta a scegliere Dio come unico ideale della sua vita. Il 7 dicembre, nella cappella del collegio dei Frati Minori Cappuccini, fa voto di castità. Questo atto è l'inizio di una nuova opera: il Movimento dei Focolari. Nei rifugi antiaerei ad ogni allarme si ritrova con le sue prime compagne, che la seguono nella sua missione spirituale: il movimento segue il Vangelo. Il gruppo guidato da Chiara è spinto a metterlo subito in pratica. Le parole del Vangelo diventano un codice di vita.
"Quando cominciamo a vivere il Vangelo. Dapprima siamo trasportati anche dall'entusiasmo, oltre che dalla convinzione, in questa rivoluzione che il Vangelo propone. Ma a un dato momento il Signore, attraverso un discorso o uno scritto o un colloquio, ci fa capire quale sia la condizione indispensabile perché la scelta di Dio come ideale sia autentica. Ci viene parlato allora del dolore, della croce, di Gesù crocifisso e abbandonato".
L'azione di Chiara Lubich è capillare ed organizzata: il suo programma ha l'obiettivo di risolvere il problema sociale di Trento, colpita dalla guerra. Nel 1947 prende forma il piano "Fraternità in atto". Nel febbraio 1948 in un editoriale firmato Silvia Lubich apparso su L'Amico Serafico, il periodico dei Padri Cappuccini, lancia la comunione dei beni sull'esempio dei primi cristiani oltre la piccola cerchia che le gravitava attorno. Dopo pochi mesi sono 500 le persone coinvolte in questa comunione spontanea di beni materiali e spirituali. Ed è proprio la sfera spirituale che fa nascere una nuova corrente: questa nuova spiritualità assumer la definizione di "spiritualità dell'unità" o "di comunione". Chiara esprime e approfondisce questi principi nei suoi scritti e nella continua sua animazione del Movimento dei Focolari.
Nell'autunno 1948 un giovane operaio, Marco Tecilla, e un commerciante, Livio Fauri, decidono di seguire la strada disegnata dalla filosofia di Chiara: danno così inizio al primo focolare maschile. Nel 1953, il "focolare" acquista una nuova forma, quando diventano parte integrante anche persone sposate, primo fra tutti, Igino Giordani.
Varie circostanze portano Chiara a trasferirsi da Trento a Roma. Il 17 settembre 1948 incontra nella sede del Parlamento italiano Igino Giordani. Egli è deputato, scrittore, giornalista, pioniere dell'ecumenismo, padre di quattro figli. Studioso ed esperto della storia della Chiesa, coglie in Chiara e nel suo pensiero una novità: decide così di seguirla. Igino Giordani diventa un sostegno a Chiara per il contributo allo sviluppo dell'ecumenismo che professa: lei arriverà a riconoscerlo come un co-fondatore del Movimento dei Focolari. Prima della fine del 1950 incontra anche un giovane pistoiese, Pasquale Foresi. Questi si è formato in ambienti cattolici ed è travagliato da una profonda ricerca interiore. Diventa in breve uno dei più stretti collaboratori di Chiara: quest'ultima considererà anche Foresi un co-fondatore, assieme a Giordani.
Nei giorni della sanguinosa rivoluzione ungherese del 1956, Chiara si imbatte a Vienna con un giovanissimo profugo ancora in possesso dell'arma con cui aveva combattuto. Da questo episodio che la pone di fronte alla mancanza di Dio nella società, lancia un appello umanitario a cui rispondono operai e professionisti, medici e contadini, politici e artisti. Nascono così i "volontari di Dio", a cui seguono poi 18 diramazioni. Chiara dà il via a Centri specifici: per la politica, l'economia, la medicina e l'arte. Questi centri anticipano lo sviluppo di un ampio movimento che nel 1968 verrà denominato "Per una Società Nuova", e più tardi: "Umanità Nuova".
Dalle pagine del nascente periodico "GEN" (Generazione nuova) nell'aprile 1967, Chiara lancia "la rivoluzione dell'amore" codificata dal Vangelo, con l'appello: «Giovani di tutto il mondo unitevi». Nasce così il Movimento Gen (Generazione nuova). Nel 1972 Chiara Lubich prevede che l'incontro fra popoli e civiltà del mondo intero «sarà irreversibile» e segnerà «una svolta nell'umanità». In un discorso al V Congresso internazionale del Movimento Gen, indica ai giovani un nuovo modello di uomo: l'Uomo-mondo. Si svilupperà in seguito un più vasto movimento giovanile: Giovani per un mondo unito (1985) e per adolescenti, Ragazzi per l'unità (1984). Nel 1967 prende forma anche il movimento Famiglie Nuove. Il Movimento dei Focolari, dapprima diffusosi in tutta Italia, si fa strada negli altri Paesi d'Europa e oltre. A partire dal 1967 è presente nei cinque continenti.
Dopo incessanti anni di lavoro di divulgazione del suo pensiero, di opere ecumeniche e di spiritualità cattolica, nel 2001 compie il suo primo viaggio in India. Il suo dialogo con il mondo diventa interreligioso. Nel 2002, alla Giornata di preghiera per la pace di Assisi, tra le testimonianze ufficiali offerte dai rappresentanti delle varie Chiese e religioni presieduta da Giovanni Paolo II, gli incaricati a intervenire in rappresentanza della Chiesa Cattolica sono Andrea Riccardi e Chiara Lubich.
All'inizio di febbraio 2008 Chiara viene ricoverata al Policlinico Gemelli , a Roma. Durante la degenza, riceve la visita del Patriarca Ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e una lettera di Papa Benedetto XVI. Il 13 marzo 2008, non essendovi più nessuna possibilità di intervento da parte dei medici, ottiene di essere dimessa. Chiara Lubich si spegne serenamente il giorno dopo, il 14 marzo 2008, nella sua casa di Rocca di Papa, all'età di 88 anni.