Il 9 agosto si celebra la Festa di Santa Teresa Benedetta della Croce. Il suo nome è Edith Stein. Fu proclamata “Patrona d’Europa” il 1° ottobre 1999 da Papa Giovanni Paolo II. Edith Stein è la prima martire cattolica di origine ebraica canonizzata. La storia di questa donna è molto interessante, e la sua biografia merita di essere raccontata e conosciuta.
La vita di Santa Teresa Benedetta della Croce è dedicata interamente alla ricerca della Verità. Come lei stessa ha affermato:
“Chiunque è alla ricerca della Verità, che lo sappia o no, è alla ricerca di Cristo”.
Edith Stein nacque il 12 ottobre 1891 a Breslavia, in Polonia, undicesima figlia di una numerosa famiglia ebraica ortodossa. Quando il padre morì prematuramente, la mamma Augusta prese in mano le redini della famiglia dimostrando grande coraggio, tenacia e determinazione. Più volte, infatti, Edith ebbe parole di stima e orgoglio per la sua mamma, che aveva preso il posto del papà scomparso trasmettendo ai figli l’importanza dell’abnegazione e del sacrificio. Edith era una bambina dalle spiccate doti intellettuali e dall’animo molto sensibile.
Dopo aver concluso le scuole elementari, si iscrisse al Ginnasio. Da adolescente, verso i quindici anni, decise di trasferirsi ad Amburgo, dove abitava la sorella Elsa. Durante gli anni giovanili, Edith scelse la strada dell’ateismo portandola avanti in maniera convinta.
Nel 1904 si iscrisse presso l’Università di Breslavia, Gottinga e Friburgo: fu una studentessa modello e approfondì materie come la lingua tedesca, la storia e la psicologia. Quando, a ridosso dello scoppio della prima guerra mondiale, le lezioni accademiche furono sospese, Edith Stein tornò a Breslavia. Decise quindi di partire per il fronte come infermiera ad assistere i soldati in prima linea. Purtroppo, però, dovette rinunciare a causa di una brutta influenza che la tenne in casa per lungo tempo. Le precarie condizioni di salute, tuttavia, non le impedirono di proseguire gli studi. Sostenne infatti il suo ultimo esame nel gennaio del 1915, quando l’Università riaprì. Si laureò con il massimo dei voti e la lode. Nell’aprile del 1915, però, volle raggiungere la zona dei Carpazi, ancora coinvolta dalla guerra, per assistere da crocerossina i malati di tifo.
Nonostante tutto, non perse mai di vista i suoi studi e gli obiettivi. A Friburgo, infatti, nel 1916, ottenne il Dottorato in Filosofia sotto la guida di Edmund Husserl. A soli venticinque anni Edith Stein divenne assistente del suo professore, importante filosofo e matematico.Sempre aperta e curiosa verso nuove realtà e letture, Edith Stein si dedicò alla lettura dell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila. Fu proprio questo episodio che diede alla giovane l’impulso per conoscere e approfondire la religione cattolica. Di lì a poco, infatti, si convertì.
La vita di Edith proseguiva tra gli studi (mai trascurati) e l’insegnamento. Durante il periodo in cui insegnò presso una scuola domenicana per ragazze a Spira (in Germania) tradusse in lingua tedesca l’opera “De Veritate” di San Tommaso d’Aquino.
Erano gli anni in cui cominciavano a diffondersi le persecuzioni nei confronti degli ebrei. Il 12 aprile 1939 Edith scrisse al Papa Pio XI e al suo Segretario di Stato (Pacelli, futuro Pio XII) una lettera in cui li invitava a rompere il silenzio circa le prime persecuzioni che venivano attuate verso gli ebrei, e di cui la Chiesa era a conoscenza. Hitler intanto si era da poco insediato come Cancelliere.
Successivamente Edith Stein entrò nel Convento carmelitano di Colonia, assumendo il nome di Teresa Benedetta della Croce.Qui scrisse il libro dal titolo “Essere finito ed infinito”, che rappresenta un punto di incontro tra le filosofie di Husserl e Tommaso d’Aquino - entrambe conosciute, studiate e approfondite dalla Stein.
Trasferitasi poi in Olanda, presso il Convento carmelitano di Echt, scrisse un altro interessante volume. Purtroppo anche in Olanda arrivò la furia nazista. Il 20 luglio 1942 la Conferenza dei vescovi olandesi fece leggere in ogni Chiesa un proclama contro il razzismo praticato dai Nazisti. Pochi giorni dopo, il 26 luglio, Hitler ordinò che fossero arrestati tutti gli ebrei che si erano convertiti ad altra religione. Tra questi, appunto, c’erano Edith Stein e sua sorella Rose Stein: le donne furono deportate assieme a moltissime altre persone. Morirono entrambe pochi giorni dopo nelle camere a gas del campo di concentramento di Auschwitz. Edith morì al posto di una bambina. Era il 9 agosto 1942.
Edith Stein è una figura di spicco del Novecento: è una martire vittima del Nazismo di cui la Chiesa cattolica ha grande considerazione per il modello di vita che ha rappresentato.