Maometto nacque alla Mecca tra il 570 e il 580 d.C.. Sebbene la data di nascita sia incerta, i musulmani, già alla fine del primo secolo dell’egira collocarono la data nel lunedì 12 del mese di rab??
Oggi la data di nascita ritenuta più plausibile è il 20 aprile 570. Maometto nacque da una famiglia, non di grandissima importanza, ma comunque appartenente ai discendenti che costituivano la popolazione maggiore della Mecca e la più ricca. Non conobbe mai suo padre, deceduto prima della sua nascita, e perse la madre Aminah quando era piccolo, quindi fu cresciuto dal zio paterno Abu Talib. Dal Corano risulta che la sua giovinezza fu costellata da stranezze; tuttavia, le cose cambiarono con il matrimonio: Maometto sposò una ricca e anziana vedova, Khadigiah. La condizione di ricchezza fu fondamentale per Maometto sia per quanto riguarda la sua formazione che la fortuna della sua vocazione religiosa. Fino ad allora, Maometto era professante del culto pagano politeistico, ma non è chiaro quando avvenne l’avvicinamento alla fede monoteistica.
Viaggiando insieme allo zio in Yemen e in Siria, aveva avuto l’opportunità di conoscere cristiani ed ebrei, conoscenza ampliata successivamente durante i suoi viaggi mercantili intrapresi dopo il matrimonio. La moglie, tra l’altro, fu la prima a credere nella Rivelazione del marito, che, a partire dal 610, iniziò a predicare una religione monoteistica sostenendo di agire in base a una Rivelazione di Dio, conosciuto in Arabia con il nome di Allah (sebbene la maggioranza della popolazione fosse politeista).
Maometto iniziò a ritirarsi sul monte Hira, in una grotta non lontana dalla Mecca, dove si dedicava alla meditazione. Secondo la tradizione, durante una di queste meditazioni, Maometto ricevette l’apparizione dell’arcangelo Gabriele, che lo avrebbe persuaso a diventare il messaggero di Allah. Maometto rimase però spaventato, tanto da svenire; da quel momento, iniziò a sentire gli alberi e le rocce parlargli, fino a quando Gabriele gli confermò che Dio lo aveva scelto come suo messaggero. La moglie e il cugino della moglie credettero alla rivelazione e convinsero Maometto a diventare il Messaggero. Inizialmente, tuttavia, Maometto non riescì a convertire molti concittadini, se non un piccolo gruppo di persone che sarebbero diventate poi i suoi collaboratori, conosciuti come i Dieci Benedetti.
Nel 619 Maometto dovette affrontare la morte dell’amato zio Abu Talib e della moglie. Si risposò successivamente con Aishna Abi Bakr. Tuttavia, alla Mecca, i cittadini iniziano a boicottare Maometto e i suoi fedeli, diventati una settantina, così che il gruppo fu costretto a spostarsi, nel 622, a Yathrib, a più di trecento chilometri dalla Mecca. La città verrà poi rinominata Madinat al-Nabi (Medina), che significa “Città del Profeta”. Il 622 è invece considerato dai musulmani l’anno dell’emigrazione, dell’Egira: sarà poi trasformato, dal califfo Omar al Khattab, nel primo anno del calendario islamico.
Inizialmente Maometto non si credeva il fondatore di una nuova religione, ma si considerava un profeta dell’Antico Testamento. Tuttavia, la comunità ebraica di Medina non lo riconobbe come profeta; Maometto, allora, deluso dalla non accettazione da parte degli ebrei, iniziò a formulare la religione musulmana come autonoma. Inoltre, il suo arrivo a Medina era avvenuto anche grazie a un accordo segreto, avvenuto sull’altura dii al-‘Aqabah presso la Mecca, con delegati arabi di Yathrib, i quali riconoscevano come loro capo Maometto e si impegnavano a difendere lui e i musulmani che sarebbero emigrati dalla Mecca. L’islam si dotava così di un apparato militare in precedenza mai pensato.
A Medina, Maometto predicò per otto anni, formulando la Costituzione di Medina, in arabo Sahifa, che fu accettata da tutte le componenti della città: nacque così la Umma, ossia la prima comunità politica di credenti. I primi abitanti di Yathrib, che si convertirono all’Islam offrendo ospitalità a Maometto e agli Emigrati meccani, vennero chiamati Ansar, con i quali Maometto istituì un patto di fraternità. Nel frattempo, alla Mecca erano state requisite tutte le proprietà dei musulmani emigrati a Medina; spinti dalla necessità di sopravvivere e dal desiderio di vendetta, i musulmani iniziarono ad attaccare e razziare le carovane provenienti dalla Mecca, fino a quando si arrivò allo scontro diretto tra meccani e musulmani. Nella battaglia di Badr, i musulmani ebbero una schiacciante vittoria nonostante l’inferiorità numerica, ma furono successivamente sconfitti a Uhud. Tuttavia, decisiva fu la Battaglia del Fossato, che portò alla vittoria di Medina. Al termine della battaglia, tutti gli ebrei vennero espulsi da Medina, accusati di aver violato la Umma, facendone decapitare anche settecento, per aver cercato di allearsi con i meccani e consegnare loro Maometto.
Nel 630 Maometto si considerò abbastanza potente per potere conquistare la Mecca: dopo la vittoria nella battaglia contro i Banu Hawazin a Hunayn, si avvicinò a Mecca conquistando oasi e villaggi, tra cui Fadak, Tabuk e Khaybar, ottenendo un vantaggio strategico ed economico importante. In questo periodo, Maometto ripeté anche il Corano per intero due volte, permettendo ai musulmani di ricordarlo; tuttavia, fu solo il terzo califfo, Uthman Affan, a farlo mettere per iscritto.
Maometto morì nel 632 al termine del “Pellegrinaggio dell’Addio” o “Grande Pellegrinaggio”, senza indicare chi dovesse succedergli alla guida politica della Umma (questo poi sarà causa della scissione tra sunniti e sciiti). Lasciava nove vedove e una sola figlia in vita, Fatima, che andò in sposa al cugino del profeta.