“Paganini non ripete”
Questo detto popolare ebbe origine nel febbraio del 1818 al Teatro Carignano di Torino. Il principe Carlo Felice era tra il pubblico e dopo aver assistito a un concerto di Paganini, fece pregare il maestro di ripetere un brano. Paganini, che amava improvvisare molto di quello che suonava, decise di mandare questo messaggio al futuro re di Savoia: “Paganini non ripete”. Per questo motivo gli fu tolto il permesso di eseguire un terzo concerto in programma.
Offeso dal gesto, Paganini annullò i concerti che doveva ancora tenere a Vercelli e Alessandria. In due lettere inviate all’amico avvocato Germi scrisse: «La mia costellazione in questo cielo è contraria. Per non aver potuto replicare a richiesta le variazioni della seconda Accademia, il Sig. Governatore ha creduto bene sospendermi la terza…» (il 25 febbraio 1818) e poi «In questo regno, il mio violino spero di non farlo più sentire» (l’11 marzo dello stesso anno).
A Torino ci tornò nel 1836, ma da allora la frase Paganini non ripete viene usata per motivare il rifiuto di ripetere un gesto o una frase.
Ecco un video tratto dal film del 2013 “Il violinista del diavolo” di Bernard Rose, con l’interpretazione del violinista David Garrett.