Tik Tok, fin dai primi momenti successivi alla grossa fusione aziendale che fece cambiare il nome iniziale di Musically, è sempre stato al centro di polemiche per una non ben chiara raccolta e trattamento dei dati personali degli utenti: Inghilterra, India, USA, Europa e nello specifico anche l'Italia hanno messo spesso sotto la lente d'ingandimento la grossa azienda Cinese sospettata di essere strumento di spionaggio ai danni degli utenti che creano il proprio account nell'app.
Non sarà certo con questo articolo che si forniranno informazioni utili per chiarire se i sopetti internazionali siano fondati o meno, ma utilizzando l'applicazione si possono fare almeno 2 considerazioni che potrebbero far riflettere partendo dal fatto oggettivo che molti minori prima del tredicesimo anno di età vi fanno accesso:
1) Tik Tok ha una sezione, quella di maggior richiamo, denominata “Per Te”. In tale sezione scorrendo i video che vengono riproposti dall'app stessa si palesa una sorta di “randomicità” dei contenuti : essi vengono riproposti con apparente casualità visto che né il numero di like, né il numero di condivisioni legati ai video sono i criteri principali per la sua diffusione , di fatto un video con 300 like e 10 condivisioni ha un'alta probabilità di essere visualizzato almeno quanto (questo è ciò che sembra) ad un corrispettivo che ha 20.000 like e 5.000 condivisioni.
Questa modalità di distribuzione fa si che si possa incappare in contenuti di qualsiasi genere (live comprese) passando dalla comicità, al complottismo, alla sessualizzazione fino al contenuto totalmente censurabile . La procedura è alquanto strana, sopratutto se paragonata a quella adottata da un altro colosso dell'aggregazione di contenuti video come Youtube. L'applicazione di Google affina costantemente l'algoritmo di riproposizione affinchè emergano i video sia per preferenze dell'utente, sia (all'interno di queste stesse preferenze espresse) per qualità in base alle visualizzaioni ed il numero di like. Tale strategia permette logicamente un'esperienza attrattiva lasciando indietro i video potenzialmente “noiosi”, privi di contenuti salienti e, ma questo è merito dell'operato attivo di Google, disturbanti.
YouTube non è certo completamente privo di video non adatti ai più piccoli ma se partiamo da una serie di contenuti che un bambino può vedere è praticamente impossibile che tra i suggerimenti compaiano elementi disturbanti il bambino stesso. Anche dal punto di vista della diffusione dei contenuti Tik Tok, non applicando tale logica algoritmica, può portare un utente minorenne (infraquattordicenne) che carica un video sulla piattaforma, verso un' incontrollata riproposizione in termini di visibilità, seppure il video prodotto non abbia nessuna caratteristica che lo renda interessante; ciò e proprio dovuto al fatto che il suo vagare di bacheca in bacheca non è dettato solamente dai parametri precedentemente descritti
2) Considerando le tecnologie a disposizione basate su deep learning e riconoscimento delle immagini da parte di computer che regolano gli algoritmi di tali colossi, risulterebbe lecito pensare che quantomeno la diffusione dei contenuti potenzialmente dannosi prodotti da, o verso i più giovani potrebbe essere limitata.
Tecnologie come “Image Net” capace di catalogare correttamente 14.000.000 di immagini all'interno di 20.000 categorie in modo corretto, o come “Alex Net” in grado di discriminare in una foto tutti gli oggetti e persone in essa rappresentati con la stessa precisione di un essere umano, sembrerebbero sufficienti ad attenuare la dannosa esposizione dei minori.
Resta difficile pensare che Tik Tok non usi tecnologie simili e che quindi lasci il flusso di video al caso come spiegato nel punto 1 considerato anche che nella Repubblica Popolare Cinese il traffico internet è molto più che monitorato e filtrato visto il sistema "The Great Firewall" che permette un controllo totale su tutti i contenuti presenti sulla rete del Dragone.
In buona sostanza, c'è la probabilità che Tik Tok non ce la racconti giusta.
Francesco Brizzi