Applicazione di messaggistica istantanea creata in Russia da Pavel Durov ha recentemente superato i 500 milioni di download, quasi 8 milioni solo in Italia. Benchè, per funzioni, appartenga alla stessa categoria di Whatsapp le particolarità che differenziano Telegram dal più famoso concorrente sono molte.
Una delle più salienti è la presenza del motore di ricerca interno che permette di trovare contatti (laddove nelle impostazioni privacy si sia scelto di rendersi visibile) o, ed è forse la caratteristica più attrattiva per l'utente standard, gruppi/chat tematici che possono arrivare ad un massimo di 200.000 utenti.Una volta creato un gruppo l'applicazione genera una sorta di URL che può essere inviato, condiviso o pubblicato in qualsiasi ambiente digitale: dal sito internet, al gruppo Whatsapp.
Altra particolarità è il livello di “segretezza” che la app garantisce: essa infatti si associa ad un numero di telefono che può essere reso invisibile a tutti i contatti, permette di impostare timer a messaggi o gruppi per l'autodistruzione dei contenuti (è opzionabile anche programmare l'autodistruzione del proprio account), ha la possibilità di creare stanze segrete che non possono essere trovate con la funzione di ricerca. L'applicazione, inoltre, non richiede di specificare un'età di ingresso rendendosi così formalmente aperta a qualsiasi tipo di utenza.
La somma delle caratteristiche descritte rende Telegram uno degli ambienti ideali per lo scambio/vendita di file devianti ed illegali tra gli utenti iscritti, il tutto suggellato da una politica interna dell'app molto blanda in fatto di ban o rimozione degli account anche in caso di evidenti violazioni di leggi universalmente riconosciute come lo scambio di materiale pedopornografico.
Inoltre, vi è la possibilità di poter fare ricerche tematiche, inserendo parole chiave, al'interno di un'app di messaggistica fa evolvere il concetto stesso di messaggistica da “poter comunicare” a “navigare per poter comunicare” rendendo dunque accessibili informazioni e contenuti multimediali pubblicati nei vari gruppi tramite la funzione di ricerca. Benchè tale possibilità non trasformi questo tipo di applicazioni in una sorta di “Google”, considerando il libero accesso dei minori alla rete e ai suoi servizi reperibili negli store di IOS e ANDROID, il rischio di entrare in contatto con contenuti inadeguati o addirittura traumatici aumenta esponenzialmente.
Le applicazioni di messaggistica istantanea inoltre, non sono filtrabili, una volta installate, da nessun tipo di parental control o software di monitoraggio convenzionali, tutto ciò che avviene all'interno di questi ambienti può essere controllato solo fisicamente di persona da un genitore, dunque mai in remoto.
di Francesco Brizzi