L’uomo ha sempre avvertito l’esigenza di comunicare in tempo reale, ma per la maggior parte della sua storia ha potuto utilizzare solo sistemi piuttosto rudimentali, come dei segnali visibili in lontananza o piccioni viaggiatori. La svolta avvenne nella prima metà del XIX secolo quando, grazie all’uso dell’energia elettrica, fu inventato il primo mezzo efficace per comunicare a distanza: il telegrafo.
L’invenzione, brevettata dall’americano Samuel Morse nel 1837, ebbe una diffusione molto rapida e provocò cambiamenti epocali in molti settori: giornalismo, mercato azionario, ferrovie e altri. Per molti decenni, il telegrafo è stato lo strumento più usato per trasmettere dati utilizzando precisi codici e quindi per le telecomunicazioni, ma il suo uso si è ridotto nel corso del Novecento a causa dell’invenzione di mezzi di comunicazione ancora più efficienti, come il telefono.
Telegramma del 1930
L’uomo ha sempre desiderato fare giungere messaggi a distanza istantaneamente, ma per gran parte della sua storia l’unico modo per comunicare in tempo reale è stato l’uso di specifici segnali, in genere fatti con il fuoco, il fumo o l'esposizione di bandiere in luoghi specifici. Per esempio, secondo la mitologia, i Greci che invasero la città di Troia attraverso lo stratagemma del cavallo fecero arrivare la notizia al loro esercito con un segnale luminoso. Tuttavia, con questi sistemi si potevano scambiare solo messaggi di contenuto molto limitato, perché non si potevano “inviare” parole, ma solo segni predefiniti.
Un vero e proprio telegrafo ottico, cioè un sistema che, usando le segnalazioni a distanza, consente di trasmettere messaggi più complessi, fu sviluppato solo alla fine del ‘700. Suo inventore fu Claude Chappe, che nel 1790, nel pieno della Rivoluzione francese, escogitò un sistema basato su torri dotate di bracci di legno sulla loro sommità. Con i bracci si componevano le lettere; da un’altra torre un addetto, dotato di cannocchiale, le “leggeva” e le riproduceva, in modo che potessero essere lette dalla torre successiva, in genere posta a 10-15 km. In tal modo, era possibile far arrivare il messaggio anche a grandi distanze. Lo svantaggio principale era che le lettere potevano essere viste da tutti, cosicché fu necessario usare dei codici invece di trasmetterle in chiaro. Il telegrafo di Chappe, infatti, non era pensato per l’uso da parte dei cittadini, ma soprattutto per gli eserciti e le comunicazioni delle istituzioni.
L’invenzione fu apprezzata dal governo francese, che costruì numerose linee. Già nel 1793 un messaggio da Parigi a Lilla (193 km) fu trasmesso, attraverso 15 stazioni, in circa 9 minuti. Il telegrafo ottico, inoltre, si diffuse anche in altri Paesi europei e restò in uso per molti anni. L’ultima linea funzionante fu chiusa in Svezia nel 1880. Nel frattempo, infatti, era stato inventato uno strumento molto più efficiente.
La svolta nelle telecomunicazioni avvenne grazie all’elettricità. Gli impulsi elettrici hanno la caratteristica di muoversi a grande velocità e, di conseguenza, se “trasformati” in un messaggio e fatti viaggiare attraverso un filo, possono raggiungere rapidamente il destinatario. I primi esperimenti per comunicare attraverso l’elettricità furono fatti già nel Settecento, ma il successo arrivò solo nel secolo successivo, dopo scoperte e invenzioni fondamentali, come la pila di Volta, che consentiva di “immagazzinare” energia elettrica, e l’elettromagnetismo.
Nei primi anni dell’Ottocento furono sperimentati vari tipi di telegrafo, la maggior parte dei quali prevedeva di usare un cavo per ciascuna lettera dell’alfabeto: si faceva passare un impulso elettrico attraverso uno dei cavi e il destinatario sapeva che il mittente aveva “premuto” una lettera specifica. In tal modo si componevano le parole. Il sistema, però, era piuttosto farraginoso e non fu mai usato su larga scala.
Molto più successo ebbe il telegrafo brevettato negli Stati Uniti nel 1837 da Samuel Morse. Il telegrafo di Morse aveva un solo cavo e trasmetteva le lettere attraverso un codice che prevedeva l’uso di due diversi impulsi elettrici: breve (punto) e lungo (linea). Ogni lettera era formata da una sequenza di punti e linee. Per esempio, la A era composta dalla sequenza punto e linea; la B da tre punti e una linea e così via.
Il telegrafo di Morse si diffuse molto rapidamente, prendendo rapidamente il sopravvento sulle altre invenzioni dello stesso tipo. Nel 1844 fu inaugurata la prima linea, che collegava Baltimora e Washington. I progressi furono velocissimi: già nel 1852 negli Stati Uniti le linee telegrafiche si estendevano per 37.000 chilometri. Rapida fu anche la diffusione in Europa, compreso il territorio italiano: già nel 1847 il Granducato di Toscana inaugurò la linea tra Pisa e Livorno e negli anni successivi il telegrafo si diffuse in tutta la Penisola.
Verso la metà dell’Ottocento il codice Morse fu adottato ufficialmente, con alcune modifiche, da pressoché tutti i Paesi. Inoltre, nello stesso periodo furono posati i primi cavi sottomarini e nel 1850 iniziò a funzionare il collegamento tra Regno Unito ed Europa continentale. Più difficile fu collegare Europa e Nord-America: dopo alcuni fallimenti, il successo arrivò nel 1866, quando fu inaugurata la prima linea transatlantica. Nel volgere di pochi anni furono collegati tutti i continenti.
Il telegrafo elettrico, a differenza di quello ottico, poteva essere usato da tutti i cittadini. Bastava recarsi in un ufficio telegrafico e comunicare il messaggio (il telegramma) all’operatore, che lo trasmetteva a un’altra stazione telegrafica, dalla quale era poi consegnato a mano al destinatario. Il sistema era costoso e, soprattutto nei primi anni, era usato solo dai cittadini più ricchi. Il telegrafo, però, ebbe conseguenze profonde sulla società. Si consideri che a metà dell’Ottocento una lettera spedita da Londra impiegava circa 12 giorni per raggiungere New York e 30-40 per l’India. Con il telegrafo l’uomo, per la prima volta nella sua storia, poteva comunicare in tempi rapidi anche su grandi distanze. Il telegrafo, perciò, rese il mondo molto più interconnesso.
In alcuni settori, l’invenzione rappresentò una rivoluzione vera e propria. Nell’ambito dell’informazione, per esempio, trasformò i giornali, che in precedenza contenevano soprattutto articoli di opinione e, grazie al telegrafo, divennero veicoli di notizie. Inoltre, l’invenzione consentì una grande crescita delle ferrovie, che poterono sincronizzare gli orari e ottimizzare il servizio, e del mercato azionario, perché gli operatori potevano avere notizie in tempo reale e fare investimenti a distanza. Il telegrafo, però, non fu mai installato nelle case private (come accadrà al telefono), ma solo in appositi uffici aperti al pubblico.
Il telegrafo raggiunse la massima diffusione negli anni ’20, ma da allora il suo uso, nonostante i miglioramenti tecnici apportati alle linee, iniziò a scemare, grazie alla progressiva diffusione di altre invenzioni, come la radio e il telefono. Dagli anni ’90, con la diffusione della rete internet, l’uso si è ridotto fino quasi a scomparire. Alcuni Paesi hanno definitivamente sospeso il servizio telegrafico. In Italia, però, i telegrammi esistono ancora e possono essere inviati tramite gli uffici postali.