La Palestina è una delle regioni del Medio Oriente. È divisa in tutta la sua lunghezza da una valle profonda, larga da 2 a più di 20 kilometri: è la più profonda depressione della terra e ha il punto più basso nel fondale del Mar Morto che arriva a sfiorare la profondità di 800 metri sotto il livello del mare.
IL FIUME GIORDANO
All’interno di questa enorme gola scorre il fiume Giordano che attraversa la regione in tutta la sua lunghezza: si getta prima nel lago di Tiberiade o Mar di Galilea, le cui acque sono ricche di pesci, e poi riprende la sua corsa fino a sfociare nel Mar Morto.
IL MAR MORTO
La superficie delle sue acque si trova a 395 metri s.l.m. e per la sua eccezionale salinità non permette nessuna forma di vita. Lungo le sue rive ci sono molte grotte naturali, servite in passato come nascondiglio per i briganti o per difendersi dalle incursioni nemiche. In una di queste grotte, a Qumran, sono stati scoperti nel 1947 i manoscritti più antichi finora conosciuti della Bibbia. GALILEA, SAMARIA E GIUDEA
La Palestina è divisa essenzialmente in 3 regioni: La Galilea al NORD, La Samaria al CENTRO, La Giudea al SUD. La Galilea è la zona più fertile di tutto il territorio: vengono coltivati l’olivo, la vite, gli ananas e gli agrumi. Ricca di vie di comunicazione, fu il centro principale dell’attività di Gesù. La Samaria è una regione molto vasta e montagnosa. Scarsa di acqua, ma ricca di pascoli. La Giudea è una regione montagnosa e arida: vi sono infatti il deserto di Giuda e quello del Neghev e le rive del Mar Morto. L’attività più praticata è la pastorizia, ma nelle oasi verdeggianti, come quella di Gerico, si coltiva vite e olive.
LA TRANSGIORDANIA È la regione a est del fiume Giordano. Anticamente era una terra ricca dove si coltivava frumento.
LE CITTÀ PRINCIPALI
La città più importante era Gerusalemme, una delle più antiche del mondo: si trovava in Giudea a circa 750m. di altezza; tra le sue mura sorgeva il Tempio, centro religioso di tutto il paese. Per i samaritani, il centro più importante era la città di Samaria, anch’essa molto antica. Tra le altre città importanti all’epoca di Gesù, ricordiamo: Gerico, Betlemme, Emmaus, Betania in Giudea; Tiberiade, Cafarnao, Nazaret e Cana in Galilea.
LA SITUAZIONE POLITICA
Il regno di Erode il Grande durò dal 37 a.C. al 4 a.C. Alla sua morte la Palestina fu suddivisa tra i quattro figli: Archelao ereditò la Giudea, la Samaria e l’Idumea, ma fu un sovrano talmente crudele che i romani lo deposero ed esiliarono in Gallia nel 6 d.C. e nominarono al suo posto un governatore o “procuratore” romano che doveva rispondere del suo operato direttamente all’imperatore. Egli disponeva di un esercito, aveva il suo quartier generale a Cesarea e, quando veniva a Gerusalemme, risiedeva nel palazzo che era stato di Erode il Grande. Erode Antipa era tetrarca della Galilea (il tetrarca indicava nell’antichità il re che dominava sulla quarta parte del regno). Filippo era il tetrarca delle regioni a nord-est del fiume Giordano. Sua moglie Erodiade l’aveva lasciato per il fratello Erode. Lisania invece aveva l’ultima parte del territorio che confinava coi possedimenti di Filippo. IL SINEDRIO Al tempo di Gesù l’istituzione più importante era il Sinedrio, che aveva a capo il Sommo Sacerdote: era formato da 71 membri scelti tra i sommi sacerdoti destituiti e tra gli anziani appartenenti alle famiglie più abbienti di Gerusalemme. Il Sinedrio aveva il compito di amministrare la vita religiosa, giuridica ed economica degli ebrei e a tale scopo aveva alle sue dipendenze un proprio corpo di polizia; inoltre poteva emettere sentenze di morte , che tuttavia dovevano essere sottoposte al consenso dei romani.
LA SOCIETÀ GIUDAICA
La Palestina al tempo di Gesù era abitata da poco più di mezzo milione di persone, distribuite in piccoli villaggi. Accanto alla gran parte che viveva in condizioni modeste del proprio lavoro quotidiano vi erano ricchi commercianti, proprietari terrieri, usurai e i cosiddetti “pubblicani”, ovvero gli esattori delle tasse per conto dei romani, che facevano di questa attività una fonte di lucro personale. Numerosi erano i poveri, i mendicanti, i malati, i portatori di handicap fisici e psichici che erano disprezzati ed emarginati in quanto ritenuti peccatori e impuri.I GRUPPI RELIGIOSI La società giudaica era frammentata in gruppi religiosi e sette che, pur accumunati dalla fede in JHWH, davano interpretazioni diverse della tradizione e della Legge. Gesù ebbe spesso con alcuni di loro incontri e scontri. Questa frammentazione aveva anche un carattere politico: in genere le classi più abbienti erano favorevoli al dominio romano, o quanto meno vi collaboravano, invece i ceti più popolari erano fortemente antiromani. I principali gruppi religiosi erano: i farisei, i sadducei, gli scribi, i sacerdoti, gli esseni, gli zeloti, i samaritani.
I FARISEI
La corrente spirituale dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso più significativo all'interno del giudaismo. I farisei corrispondono ad una nuova aristocrazia fondata sulla cultura, ossia sulla conoscenza della Scrittura. L'ambiente fariseo comprendeva gli scribi, vale a dire quanti insegnavano la Legge; ma gli scribi non erano necessariamente farisei. Il loro compito consisteva nel custodire la Legge e nell’interpretarla, adattandola alle situazioni nuove. Intransigenti sulla sostanza della fede e della legge, si mostrano duttili sulle sue applicazioni. Le tendenze progressiste dei farisei si ritrovano sul piano teologico: credevano nella risurrezione dei morti e nel premio o castigo delle anime.
I SADDUCEI
Rappresentata eminentemente dall'aristocrazia delle antiche famiglie, nell'ambito delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti, nonché, in particolare, il Sommo Sacerdote, la corrente dei sadducei, si richiamava, nel proprio nome, all'antico e leggendario, sommo sacerdote al tempo di Salomone. I sadducei, a differenza dei farisei consideravano vincolante solamente la Legge scritta, ossia quanto tramandato nei libri della bibbia ebraica, o Torah. Al contrario dei farisei, i sadducei non credevano alla resurrezione dei morti. Sembra che essi respingessero anche l'esistenza di un'anima immortale. Pare che non accettassero nemmeno la dottrina degli angeli.GLI SCRIBI Esperti di scrittura, tra i quali figuravano non pochi sacerdoti colti, gli scribi erano specializzati nella trascrizione dei testi sacri, sempre in lingua ebraica, quindi dotti conoscitori di dottrine e di regole cultuali ed etiche. Lo scriba era colui che, nei primi tempi, doveva anzitutto conservare la Legge di Dio contenuta nelle Scritture, ma a partire dall'esilio, ebbe anche l'incarico di leggerle, tradurle e interpretarle al popolo.
I SACERDOTI
In Israele il sacerdozio costituisce un'istituzione permanente di uomini dedicati al servizio di YHWH. L'organizzazione del sacerdozio era strettamente gerarchica ed ereditaria: appartenendo alla tribù di Levi, i sacerdoti erano tali in quanto discendenti di Aronne ed erano i soli che potevano officiare al Tempio; fra questi il Sommo Sacerdote rappresentava la linea primogenita. Egli aveva funzioni religiose ed insieme civili e politiche ed era, dopo l'esilio, il vero capo della comunità di Israele. Solo il Sommo Sacerdote poteva entrare nel luogo Santissimo nel giorno delle espiazioni. Divisi in gruppi, servivano nel Tempio per una settimana l’anno e durante le feste annuali. Potevano svolgere altri lavori, ma non quelli agricoli, e dovevano rispettare le regole di purità prescritte nella Bibbia. Usufruivano delle decime e delle offerte fatte al Tempio. GLI ESSENI Gli appartenenti a questo gruppo costituivano la setta dei “puri”. Avevano abbandonato Gerusalemme e il Tempio, contaminati da comportamenti che loro giudicavano impuri, e si erano rifugiati nel deserto di Giuda, a ovest del Mar Morto, dove vivevano in povertà e in comunità, con uno stile di vita ascetico, attendendo il Messia e osservando scrupolosamente la Legge.
GLI ZELOTI
Membri di una fazione politica fortemente antiromana. Loro obiettivo era la cacciata degli invasori romani e la costruzione del regno di Dio sulla terra, attraverso una rivoluzione violenta. Incontrarono la simpatia del popolo e si diffusero clandestinamente, provocando attentati e sommosse. Estremisti di questo gruppo erano i Sicari (da sicar, il coltello usato per gli omicidi).
I SAMARITANI
Erano gli abitanti della Samaria; essi ritenevano che il Monte Garizim e non il Tempio di Gerusalemme, fosse il luogo prescelto da Dio per i sacrifici. Riconoscevano come sacri solo i primi 5 libri della Bibbia e attendevano la venuta del nuovo Mosè.
IL TEMPIO DI GERUSALEMME
Il Tempio era il segno della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Il primo Tempio fu fatto costruire da Salomone, durante il periodo monarchico nel X sec. a.C. Distrutto dal babilonese Nabucodonosor, il conquistatore di Gerusalemme, fu nuovamente ricostruito dopo l’esilio. Raggiunse una magnificenza senza pari sotto Erode il Grande (ai tempi di Gesù) e venne definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C. Il Tempio di Salomone era costituito da 3 cortili: in quello più esterno, l’Atrio dei Gentili, vi potevano accedere tutti, anche forestieri; nel 2° cortile, entravano solo gli ebrei, compresi le donne e i bambini; nel 3° accedevano solo gli uomini per portare i sacrifici ai sacerdoti che officiavano nella zona più interna, il Santo. Infine vi era il Santo dei Santi, luogo a cui poteva accedere solo il Sommo Sacerdote nel giorno dello Yom Kippur (giorno dell’espiazione, del perdono). Nel Santo dei Santi inizialmente era contenuta l’Arca dell’Alleanza, di cui si persero le tracce dopo l’invasione dei babilonesi; ai tempi di Gesù era presente la Menorah d’oro, il candelabro a sette bracci.
LA SINAGOGA
Durante l’esilio a Babilonia gli Ebrei, “orfani” del Tempio, iniziarono a radunarsi nelle sinagoghe, luoghi di culto e di preghiera. Dopo la distruzione definitiva del Tempio nel 70 d.C., l’uso della Sinagoga divenne una consuetudine. Ancora oggi gli Ebrei si radunano nelle sinagoghe.