L'intelligenza artificiale si è ormai affacciata nella quotidianità delle aule scolastiche, nei compiti degli studenti, nella programmazione dei docenti. La fatidica domanda "chi l’ha scritto?" è passata dal trovare una risposta come "ho copiato dal compagno di banco”, all’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa di ChatGPT.Le intelligenze artificiali, in particolare quelle generative, tra cui testi, immagini, suoni e video, sono strumenti potenti con pro e contro rilevanti per il mondo della didattica. Ma da dove partire per comprendere al meglio il suo utilizzo?
La prima domanda a cui rispondere è: che cosa è A.I. l'intelligenza artificiale (A.I.)?
Sembra banale ma è una risposta che coinvolge più elementi tra loro:
I dati, ovvero l’impronta dei nostri percorsi in rete e il loro utilizzo.
Gli algoritmi, ovvero le istruzioni alla base del funzionamento dell’intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.
Il nostro consiglio per una didattica innovatica, è di utilizzare una risorsa come il “Foglio Intelligente”, sviluppata da Paul Curzon del Queen Mary University of London. Il foglio racchiude le istruzioni per una partita a tris e seguendo le regole non si perde mai!
Con la semplicità di un gioco conosciuto e amato da tutti è possibile proporre agli studenti le caratteristiche di un algoritmo, il suo funzionamento e collegarlo al tema dei dati. Tutto questo mentre provano a battere un algoritmo imbattibile!
La domanda successiva che abbiamo sviluppato nelle classi è relativa al funzionamento di queste intelligenze artificiali. Anche qui abbiamo proposto alle studentesse e agli studenti diverse attività didattiche, ma ci teniamo a segnalarvi Teachable Machine.
Si tratta di un software a scopo didattico, in cui è possibile allenare un’intelligenza artificiale inserendo alcuni dati, immagini ad esempio, e osservando in che modo il sistema li utilizza. Il software permette, nel pieno rispetto legale dei dati che l’utente sceglie di inserire, di allenare una macchina a riconoscere immagini, visi e posture.
Per far funzionare questo riconoscimento è necessario preparare la macchina con numerosi dati in modo che possa distinguere, ad esempio, immagini di cani da immagini di gatti. È possibile anche integrare il sistema in Scratch, il linguaggio di programmazione visuale protagonista di tanti momenti didattici nelle nostre scuole.
Quali sono i rischi dell’intelligenza artificiale?
Come tutto, anche l’intelligenza artificiale presenta pro e contro, rischi e opportunità. In particolare quella generativa ha una potenza davvero rivoluzionaria ma resta un “mulo” a cui solo noi umani possiamo dare una direzione.
Dare una direzione presuppone avere una consapevolezza critica, ad esempio svolgere diverse attività concentrandosi in particolare sul pregiudizio che l’intelligenza artificiale rischia di diffondere se la fase precedente, quella dell’allenamento, non è progettata e realizzata nel rispetto dei diritti di tutti.
Per queste riflessioni suggeriamo di utilizzare un motore di intelligenza artificiale generativa, di immagini, come Crayon, e interrogarlo insieme agli studenti.
In questo modo nelle classi le studentesse e gli studenti possono riflettere: ad esempio, sugli individui rappresentati nelle immagini che sono quasi sempre “bianchi” e su come è difficile arrivare ad una rappresentazione diversa.
Grazie al percorso di attività svolto e qui proposto, le ragazze e i ragazzi saranno in grado di analizzare con consapevolezza critica questa condizione di pregiudizio del sistema e di comprendere da un lato la causa del problema, ovvero i dati che sono stati utilizzati per addestrare Crayon sono principalmente di “persone bianche”, e dall’altro di riflettere in modo competente su possibili soluzioni.
I vantaggi dell'I.A.
Interessante sarebbe costruire i progetti relativi all'I.A. intorno al framwork europeo per le competenze digitali dei cittadini: link.
Il framework offre ai docenti un quadro chiaro di riferimento da cui partire.
Tra le novità più rilevanti dell’aggiornamento del framework, infatti, c’è l’approfondimento sull'intelligenza artificiale declinato attraverso 250 esempi che rappresentano stimoli e spunti di riflessione per chi si occupa di didattica.
È utile riportare alcuni esempi introdotti nel documento relativi all’area “alfabetizzazione su informazione e dati” e la competenza “Navigare, ricercare e filtrare dati, informazioni e contenuti digitali”:
Conoscenza: “È consapevole del fatto che i motori di ricerca, i social media e le piattaforme di contenuti spesso utilizzano algoritmi di IA (Intelligenza Artificiale) per generare risposte adattate al singolo utente (ad esempio, gli utenti continuano a vedere risultati o contenuti simili). Ciò è spesso indicato come “personalizzazione”.
Abilità: “Sa come formulare le richieste per ottenere il risultato desiderato quando interagisce con agenti conversazionali o smart speaker (ad esempio Siri, Alexa, Cortana, Google Assistant), ad esempio comprendendo che, affinché́ il sistema sia in grado di rispondere come richiesto, la richiesta deve essere non ambigua e pronunciata chiaramente in modo che il sistema possa rispondere”.
Attitudine: “Soppesa i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo di motori di ricerca basati sull’IA (ad esempio, se da un lato possono aiutare gli utenti a trovare le informazioni desiderate, dall’altro possono compromettere la privacy e i dati personali o condizionare l’utente per interessi commerciali).”
Leggere questi esempi aiuta, a nostro parere, a comprendere il valore dell'I.A. per un docente che desidera costruire un curricolo sui temi dell’intelligenza artificiale, da incrociare con l'educazione alla cittadinanza digitale, ma non ha un'idea precisa di come disegnare la cornice dell'insegnamento.