Figlio di un medico al servizio del re Aminta di Macedonia, all'età di diciotto anni, Aristotele si trasferì ad Atene per studiare presso l'Accademia platonica, dove rimase per vent'anni, dapprima come allievo di Platone e poi come maestro.
Nel 347 a.C., dopo la morte di Platone, Aristotele si recò ad Atarneo, città governata dal tiranno Ermia, scolaro dell'Accademia e suo amico; successivamente si trasferì ad Asso, dove fondò una scuola e rimase per circa tre anni, e a Mitilene, nell'isola di Lesbo, per insegnare e svolgervi ricerche di scienze naturali. Dopo la morte di Ermia, che venne catturato e ucciso dai persiani nel 345 a.C., Aristotele si recò a Pella, la capitale macedone, dove divenne il precettore del giovane figlio del re Filippo, il futuro Alessandro Magno.
Nel 335, quando Alessandro fu nominato re, Aristotele tornò ad Atene e fondò la sua scuola, il Liceo, così chiamata perché l'edificio si trovava nei pressi del tempio di Apollo Licio. Poiché, secondo la tradizione, gran parte delle lezioni nella scuola aveva luogo mentre insegnanti e allievi passeggiavano nel giardino del Liceo, la scuola aristotelica finì per essere soprannominata "Perípato" (dal greco peripatéin, "camminare" o "passeggiare"). Nel 323 a.C., dopo la morte di Alessandro, ad Atene si diffuse una profonda ostilità verso la Macedonia, e Aristotele ritenne più prudente ritirarsi in una tenuta di famiglia a Calcide, dove morì l'anno seguente.